Valentina Palazzari - A


a cura di Davide Sarchioni

04. 06. 2016 - 17. 09. 2016

The letter A, chosen as the exhibition’s title, indicates the origin and starting point of something. “A” is the first letter of the alphabet, considered as a system of signs whose combination generates words, the basic elements of language, but it is also a graphic sign made up of a simple structure of segments that intersect with one another as the load-bearing axes of a construction, of a phoneme and, in a broader sense, of a discourse.

The work of Valentina Palazzari is based on an intense exploration carried out through the gradual discovery of the possibilities offered by one’s own tools and research modalities, to distinguish each time the original signs of a language in their configuration, of an ever-evolving expressive code.

Interested about the physical properties and aesthetic qualities of metals and their ability to change and transform in relation to external agents and to the passing of time, Palazzari deeply explores their formal possibilities, straining their highly evocative and poetic potential, moved by an uncontrollable creative tension that pushes her towards a continuous experimentation of actions and modalities with the desire to trace back primary shapes and signs that are at the basis of a brand new syntax.

The exhibition features a selection of recent works composed of electrically welded netting, reinforcing iron bars and the rust they produce that is left to deposit on cotton and linen canvas, on marble or plastic. Albeit with their diverse statements, the works aim at composing a single visual itinerary and are connected both through the relationships with the surrounding space, and through the mutual exchanges between the objects and the canvasses, since they were conceived by the same intention - that becomes gesture - through which the artist juxtaposes, layers and piles up the metallic grids, searching for new combinations of meaning and semantic variations, or, conversely, simplifies its structure, reducing it to the minimum, and removing the superfluous elements to open up further spaces for interaction with the material. The reinforcing iron bars themselves become the matrix to impress signs, rips and burns on various media, stimulating the slow corrosive action of rust, a metaphor for strength and vital energy, that produces unusual aesthetic phenomena and extremely intense chromatic compositions implied in the variation of the action, of the gesture and of the material itself, stimulating a challenging conversation between the object and its trace, just like the back and front of a medal.

The netting and reinforcing bars used in construction to reinforce the concrete structures of a building become the frame of a new linguistic construction capable of opening further imaginative paths between the inside and the outside, the volumes and the surfaces, the solids and the voids, in a proliferation of connections and meanings.

Valentina Palazzari was born in Terni, Italy, and is based in Rome. Her recent works include the spatial work “Il Muro dei Muri” (2015) installed at Piazza del Popolo in Todi (Perugia, Italy) within the 2015 Todi Festival, intended for a permanent collocation in Terni; the permanent spatial work for “Terravecchia 2016. L'Uomo, il Suono, la Natura (2016); the collective exhibition at the Galleria Il Frantoio, in Capalbio, (Grosseto), Italy (2016).

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La lettera A, scelta come titolo della mostra, sta ad indicare l'origine di qualcosa, il punto di partenza. È l'inizio dell'alfabeto considerato come sistema di segni la cui combinazione genera le parole, quali elementi di base del linguaggio, ma è anche un segno grafico costituito da una struttura semplice di segmenti che si intersecano come assi portanti di un costrutto, di un fonema e, in senso più ampio, di un discorso.

Il lavoro di Valentina Palazzari parte da un' intensa indagine condotta attraverso la graduale scoperta delle possibilità offerte dai propri strumenti e modalità di ricerca per distinguere ogni volta i segni originari di un linguaggio nella loro configurazione, di un codice espressivo in continua evoluzione.

Interessata alle proprietà fisiche e alle qualità estetiche dei materiali metallici, alla loro capacità di mutamento e di trasformazione in relazione agli agenti esterni e al trascorrere del tempo, Palazzari ne approfondisce al massimo grado le possiblità formali forzandone il potenziale altamente suggestivo e poetico, mossa da un' irrefrenabile tensione creativa che spinge verso la continua sperimentazione di azioni e modalità esecutive con il desiderio di rintracciare forme e segni primari che si collocano all'origine di un'inedita sintassi.

La mostra presenta un gruppo di lavori recenti costituiti da reti elettrosaldate, tondini di ferro e dalla ruggine da essi prodotta e lasciata depositare su tele di cotone e di lino, su marmo e plastica. Pur nella varietà dei diversi pronunciamenti, le opere mirano a comporre un unico itinerario visivo e risultano legate sia da rapporti con lo spazio circostante, sia da relazioni di reciproco scambio, fra gli oggetti e le tele, poiché concepite dal medesimo intento che si fa gesto attraverso cui l'artista accosta, sovrappone e accatasta le griglie metalliche ricercando nuove combinazioni di senso e declinazioni semantiche, o al contrario ne semplifica la struttura riducendola al minimo e togliendo gli elementi superflui per aprire ulteriori spazi di dialogo con la materia. Gli stessi tondini diventano matrici per imprimere segni, lacerazioni e bruciature su diversi supporti, sollecitando la lenta azione corrosiva della ruggine, metafora di forza e di energia vitale, che dà luogo ad inusuali fenomeni estetici e a brani compositivi e cromatici di grande intensità sottesi al variare dell'azione, del gesto e dello stesso materiale di supporto, innescando una dialettica problematica tra l'oggetto e la sua traccia, come il recto e il verso di una medaglia.

Reti e tondini impiegati in ambito edile per armare le strutture in cemento di una costruzione o di un edificio, diventano così l'ossatura portante di un nuovo costrutto linguistico in grado di dischiudere ulteriori percorsi immaginativi fra interno ed esterno, volumi e superfici, pieni e vuoti in un proliferare di connessioni e di significati.

Valentina Palazzari è nata a Terni e vive e lavora a Roma. Tra i progetti più recenti si menzionano: l'opera ambientale “Il Muro dei Muri” (2015) installata presso Piazza del Popolo a Todi (PG) nell'ambito del Todi Festival 2015, ora destinata ad una collocazione permanente presso Terni; l'opera ambientale permanente per “Terravecchia 2016. L'Uomo, il Suono, la Natura (2016); mostra collettiva Galleria Il Frantoio, Capalbio-GR (2016).

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